Spesso un
canto molto semplice e pieno di amore rappresenta la migliore terapia per aiutare i
bimbi nati prematuri e i loro genitori a superare al meglio i primi difficili mesi in ospedale. Ne è convinta
Lucja Bieleninik, ricercatrice del
Grieg academy music therapy research center di Bergen in Norvegia, e autrice di uno studio da poco pubblicato sulla prestigiosa rivista
Pediatrics.
«L'interesse
verso l'utilizzo della musicoterapia anche con i bambini nati prematuri
sta aumentando e ci è sembrato necessario fare il punto della
situazione analizzando gli studi disponibili sull'argomento» esordisce
l'esperta che, con una revisione sistematica della letteratura
scientifica, ha identificato 14 studi clinici da includere nella sua
analisi, per un totale di 964 bambini e 266 genitori partecipanti. E a
conti fatti, dalla ricerca è emerso che l'utilizzo della musica nei
reparti di
terapia intensiva neonatale è in grado di regolarizzare e favorire una
corretta frequenza respiratoria dei piccoli.
Ma
non tutta la musica è uguale e ha lo stesso effetto. «La maggior parte
degli studi analizzati prevedeva che fosse uno dei genitori a cantare
una canzone o una melodia oppure veniva fatta ascoltare al bimbo la voce
registrata dei genitori» spiega l'autrice, convinta che proprio questa
sia una delle chiavi del successo della
musicoterapia nei bambini nati pretermine.
«In
realtà i bimbi cominciano ad ascoltare musica quando sono ancora
nell'utero: il battito del cuore della mamma è il primo assolo di
batteria della loro vita» aggiunge
Joanne Loewy, direttrice del
Mount Sinai health system's Louis Armstrong center for music and medicine, di New York City, spiegando che la "buona musica" in questo contesto deve avere pochi elementi di fondo:
un ritmo semplice e prevedibile,
calmo e ripetitivo e il
suono familiare della
voce di mamma o papà.
E come se non bastasse questo tipo di terapia con la musica fa bene anche ai più grandi. «Il l
ivello di stress si abbassa nei genitori quando cantano per i loro piccoli» dice
Bieleninik che
poi conclude: «È non c'è l'obbligo di canticchiare solo vecchie
canzoncine per la nanna, anzi è giusto che ogni genitore scelga una
canzone alla quale è particolarmente legato, da trasformare in una dolce
ninna-nanna per il proprio figlio».
(www.dica33.it)