martedì 26 maggio 2015

L'AFFARE VIVALDI

La vita di Antonio Vivaldi, e ancora di più la storia dei suoi spartiti, costituiscono un giallo appassionante. Il direttore d’orchestra livornese Federico Maria Sardelli lo racconta in un romanzo storico che intreccia l’avventurosa biografia del prete rosso, morto in disgrazia dopo anni di successi, alla competenza musicologica dell’autore. Per scoprire che, se Vivaldi è stato per lunghi secoli dimenticato, la musica delle Quattro Stagioni risuona oggi più viva e moderna che mai.

Seguite la presentazione del libro e dell'autore nella puntata del 22 maggio della trasmissione Pane Quotidiano.


lunedì 18 maggio 2015

REQUIEM PER PIANOFORTE A QUATTRO MANI AL LAZZARETTO

Il Requiem Kv 626, per l’impatto emotivo che emana dalla geniale scrittura musicale, è considerato un caposaldo della storia della musica. La pratica di trascrivere grandi opere sinfoniche per pianoforte si diffonde nei primi anni dell’ottocento allorché il pianoforte stava emergendo come il principe della poetica romantica. Queste “rielaborazioni” miravano da un lato ad esplorare tutte le risorse tecniche, timbriche e dinamiche dello strumento di inizio ottocento, dall’altro a diffondere presso il grande pubblico repertori che potevano essere ascoltati solamente in rare occasioni, data la dilatazione degli organici orchestrali richiesti.
In questo filone si colloca la trascrizione del Requiem di Mozart da parte di Carl Czerny (1791-1857) il
quale, lasciando inalterate le parti corali e solistiche di Mozart/Süssmayr, opera una vera “sostituzione” dell’orchestra con il pianoforte, assegnando a questo una propria, autonoma dimensione stilistica. Carl Czerny, già allievo di Ludwig Van Beethoven (1770-1827), fu eccezionale pianista e illustre didatta.
Chi conosce solamente la versione originale potrebbe rimanere perplesso di fronte ad una esecuzione del Requiem in cui l’orchestra viene sostituita dal pianoforte, sia pure a quattro mani! Eppure, proprio il diverso rapporto dinamico e timbrico tra il pianoforte il coro e i solisti, restituisce il Capolavoro secondo una forma nuova, quasi “cameristica” ; un clima diverso, tale da rivelarci particolari, forse, nuovi e mai uditi.
E’, questo, l’ “afflato ri-creatore”, cioè quella condizione impalpabile propria del linguaggio musicale che
interviene – o dovrebbe intervenire – ogni qualvolta ci si accinge ad eseguire e ascoltare qualunque
musica, anche la più conosciuta, e che ci permette, nuovamente, di provare intimo godimento. (Diego Bonato)

mercoledì 13 maggio 2015

MOZART MIGLIORA IL SENSO DI BENESSERE, AUMENTA LA MEMORIA E ALLONTANA LA DEMENZA

In preparazione del concerto del prossimo 23 maggio al Lazzaretto di Verona.
Leggete (e aiutatevi con il traduttore di Google, se serve). Vi aspettiamo.

Genetic Symphony


Finnish researchers examined the effects of classical music on the brain at the molecular level on both musically experienced (48) and inexperienced (15) people. Genetic activity increased for the "feel-good" hormone dopamine, as well as genes involved in memory, learning and synaptic activity. Genes associated with neuro-degeneration were less active. 
PositiveTip: Get "musically experienced" and regularly enjoy classical music for both genetic and mental health benefits. You can start with the Mozart concerto used by researchers.